Come tutti sapranno, con le nuove norme, una laurea in ingegneria prevede due cicli: triennale e magistrale. Nominalmente, ciò dovrebbe comportare 3 anni per le basi più 2 anni di specializzazione.
Ma è davvero così? Anticipo la risposta: NO. La colpa è, ovviamente, DA RICERCARSI DA ENTRAMBE LE PARTI (non aggreditemi subito); esaminiamo al dettaglio.
LA LAUREA
Salvo poche eccezioni, mediamente, la laurea in Ingegneria viene ottenuta in non meno di 7-8 anni di studio (triennale + magistrale), cosa che vale per ogni tipo di ingegneria esistente. Verrebbe, quindi, da dire che, data l’incredibile maggioranza di fuoricorso presenti, valga una delle seguenti ipotesi:
- O le Facoltà di Ingegneria (corpo docente e studenti) debbono dichiarare il loro fallimento per non riuscire a raggiungere quello che dovrebbe essere il loro obiettivo (cioè di arrivare alla famigerata laurea nei 5 anni previsti);
- Oppure bisogna ammettere che occorrono effettivamente 8 anni per conseguire una laurea in Ingegneria DECENTE e si decide di ignorare l’effettivo ritardo della maggior parte degli studenti di ingegneria.
In caso di accettazione della prima ipotesi, bisognerebbe riconoscere l’effettivo GROSSO fallimento dati gli enormi ritardi degli studenti, ritardi che vengono registrati praticamente ogni anno da moltissimo tempo.
Seguendo il secondo ragionamento, invece, occorrerebbe concludere che per laurearsi in Ingegneria in Italia, così come sono impostati i corsi attualmente, siano necessari effettivamente almeno 7 anni: quindi bisognerebbe trasformare l’attuale biennio in un triennio, e l’attuale triennio in un quadriennio. Questa situazione, quasi sicuramente, porterebbe ad una diminuzione di iscritti, in quanto, sulla carta, la laurea diverrebbe di 7 anni effettivi e non 5 (anche se tutt’ora, nei casi più gravi, ci sono persone che impiegano 7 anni solo per ottenere la laurea triennale).
LA COLPA È DA RICONDURRE AGLI STUDENTI?
Indubbiamente bisogna riconoscere la colpa degli studenti: vuoi per cattiva preparazione personale durante licei ed istituti, vuoi per la mancanza di un metodo di studio o per semplice pigrizia, gli studenti hanno sicuramente parte della colpa di questo increscioso ritardo (osservabile soprattutto durante la laurea triennale). Bisogna, tuttavia, puntare il dito anche verso i docenti di queste facoltà tanto temute: docenti che si caratterizzano per la loro, spesso, eccessiva severità e per il loro innalzare la propria disciplina come se fosse la punta della piramide, o come l’unica degna di essere studiata. Ovviamente, con un atteggiamento simile, quali saranno i risultati? Semplice, invece di fornire agli studenti tutti gli strumenti necessari per prepararli per il post-laurea, per un futuro mondo lavorativo, preparano questi ultimi come se, un giorno, dovessero diventare specializzandi della materia suddetta, con il risultato di “sovraformarli” in certi ambiti e lasciandoli totalmente impreparati verso le effettive esigenze del mondo di oggi.
Quali sono le conseguenze?
Spesso queste lauree sfornano giovani studenti completamente demotivati e spolpati, tanto da arrivare sfiniti anche al primo giorno di lavoro. Le Grandi Imprese sparse per il mondo, oggi come oggi, cercano giovani ingegneri ricchi di entusiasmo, menti fresche che possano portare grandi innovazioni; ma, effettivamente, persone completamente sfinite da lavori per pagarsi gli studi, laurea triennale e magistrale in 7/8 anni con annesso lavoro a circa 30 anni, se lo trovano, che tipo di contributo possono dare? Esatto, nessuno di rilevante (la maggior parte delle volte).
Non resta che sperare che l’intero sistema cambi e cominci a rendere possibile l’impossibile. Mentre ciò accade, cari studenti, cominciamo a migliorarci e ad annullare la nostra parte di colpe: pensate sempre in positivo. Per ora, la fatica da sopportare è immane ma, per il 3 Principio della dinamica, in futuro avremo tutti le nostre soddisfazioni.
Secondo me non è tanto impossibile laurearsi in 5 anni- 5 anni e mezzo ad ingegneria. Personalmente ho concluso la triennale in 3 anni e 3 mesi e mi sono subito iscritto alla magistrale di ingegneria delle telecomunicazioni. E’ tosta lo devo ammettere, la maggior parte delle giornate le passo a studiare e non posso permettermi grandissimi sgarri sulla tabella di marcia. Devo però dire che la maggior parte degli studenti del mio corso lavora sodo quanto me quindi non penso di essere un caso estremo di studente che passa il tempo a studiare. Secondo me è soprattutto questione di volontà personale, senza dare troppe colpe ad altri fattori esterni. Io ho frequentato un istituto professionale ma niente mi ha impedito di essere in pari alla fine del mio primo anno di magistrale.
La volontà c’entra poco, ognuno ha la sua storia. La maggior parte dei laureati in tempo nella mia università, sono tutti quelli che studiavano solo. Ergo niente lavoro, niente attività extra universitaria. E per me è molto più importante arricchirsi di esperienza piuttosto che ritrovarsi solo con una laurea sul curriculum (si, anche se presa nei tempi)
Non nego la verità di quello che stai dicendo e mi trovo d’accordo. Sono però dell’opinione che una volta iscritto ad ingegneria sapevo a cosa andavo incontro e dovevo aspettarmelo. Difatti il mio lavoro per ora è ora quello dello studente, quindi almeno fino al venerdì lo compio appieno. Non avrò il weekend completamente libero ma un giorno la settimana lo ritaglio sempre. Per quanto rigarda il lavoro rettributivo, ho sempre lavorato da fine Agosto ad inizio Ottobre riuscendo a mantenermi tutto l’anno. Questa giustamente però è la mia storia e non deve essere una risposta generale che coinvolga tutti :). Rimango quindi della mia opinione. Anche perchè penso che laureandomi in 5 anni e a 24 anni di età, se anche faccio due anni di stage acquisico comunque più esperienza di chi si laurea a 26 anni e che, esperienza durante gli studi o meno, come me dovrà comunque farsi almeno sei mesi di stage, no? 🙂
Sono straniero, e nel primo giorno di lezioni nel corso di Ingegneria Chimica a Pisa sono stato in shock, molto spaventato… Prima con il numero di studenti (300-400 per una lezione). Dopo sono stato molto sorpreso che gli insegnanti non fanno davvero “lezioni” nel senso didattico, quello che fanno possiamo chiamare al massimo una presentazione del argomento, o veramente un monologo o verbosità. La maggior parte dei miei professori non fanno che arrivare in aula e riempire la lavagna di teoria e ripetere quello che scrivono e risolvere equazioni da soli, altri solo leggono slide… Non mi sembra che siano preoccupati se gli studenti stano accompagnando. Io sono insegnante, ho deciso di fare una seconda laurea in Italia… ho imparato che un insegnante non dovrebbe mai arrivare in aula, riempire la lavagna di teoria e parlare da solo… Una lezione, nel senso della parola, deve seguire una filosofia metodologica, includere diverse attività e esercizi, orientazione per ricerca, attività in gruppo, chiarimenti, strategie pedagogiche, risorsi vari, certificarsi che gli studenti imparano… Questo è veramente insegnare. I professori che ho visto nel mio corso seguono il metodo più antiquato e inefficiente che esiste. È evidente che con questo sistema di insegnamento la maggior parte degli studenti vanno a presentare un rendimento cattivo. Sono molto triste con questa situazione. :’(